Il Museo, di proprietà dell’ASUC di Celentino, si trova nella zona più esterna del territorio di Celentino, lungo l’itinerario “Antica Via delle Malghe”, a 2.214 metri, considerato la porta in quota dell’Ecomuseo. È allestito nella stalla (stalòn) di Malga Monte, ricostruita in seguito ad un incendio negli anni Novanta del 1900, mantenendo l’integrità fisica originaria del manufatto. In passato destinata alla monticazione del bestiame asciutto (manze e vitelli), ha ora acquisito una nuova identità e funzione, diventando un luogo della memoria, affidata non agli oggetti ma alla scrittura. L’allestimento è dedicato principalmente a due tematiche: all’esperienza del luogo affidata agli stati d’animo e alla memoria del luogo fissata nella scrittura, con l’intento di dare al visitatore la possibilità di vivere un’esperienza particolare incoraggiandolo ad esprimerla con la scrittura.
Alle pareti dell’ampia sala ricavata nella stalla, attraverso un apposito percorso iconografico, vengono proposte illustrazioni e testimonianze della vita e del lavoro in malga integrate da frammenti di testi classici e da alcune delle più significative epigrafi popolari ritrovate anche presso altre malghe della Val di Sole. Alcuni pannelli raccontano la solitudine dei pastori e dei contadini in montagna e il visitatore può provare a comprendere la loro vita dura, anche sperimentando il senso di isolamento alle alte quote, fermandosi in questo posto per riflettere, lontano dalla frenetica routine quotidiana e dalla tecnologia. A questo proposito, nel caso di proposte su più giorni, si era prevista la possibilità di pernottamento all’interno dello stalòn, con sacchi a pelo e materassini sulla pavimentazione in legno, con finalità di astronomia, osservatori stellari e/o censimenti animali.
Il Museo si propone, inoltre, di svelare la memoria più intima e nascosta del luogo attraverso le scritte ed epigrafi lasciate nel sito. Questa pratica, tipica nelle strutture di montagna – “istituzionalizzata” con un quaderno dedicato a questo nei rifugi e bivacchi e presente nelle numerose incisioni sui legni e sui vari materiali costruttivi di malghe e baiti – diventa il materiale espositivo dell’allestimento del sito che, per questo, non sarà mai definitivo, ma in progress. Il visitatore può esprimere le sensazioni ed emozioni ispirate dalla visita in malga, – con la possibilità di rileggere negli anni la sua testimonianza, rivivendo quel momento – può lasciare un segno della sua esistenza, affermare la sua individualità con la scrittura, facendola rimanere visibile nel tempo e accessibile a tutti. In questo modo, i diversi scritti, da testimonianze individuali che erano, negli anni, diventeranno memoria collettiva del luogo, utili anche per capire la percezione contemporanea della montagna e del paesaggio e registrare come si evolve nel tempo la scrittura come espressione di sé e di una cultura: ricco materiale per possibili studi sociologici.
Per questi motivi, il Museo prende vita, va oltre la semplice testimonianza e si trasforma in un Laboratorio dell’Epigrafia Popolare; potrebbe essere una grande aula didattica, un ambiente creativo per tutte le età; lo sfondo ideale per attività di formazione ed informazione riguardo l’evoluzione del rapporto uomo-ambiente.
APERTURE
Il Museo-Laboratorio dell’Epigrafia Popolare viene aperto su prenotazione, con visita guidata.
Per maggiori informazioni telefonare al numero: 339.6179380
Il sito è facilmente raggiungibile in macchina dalla strada che porta a Malga Pozze dalla parte di Ortisè,
oppure a piedi da Malga Campo prendendo il sentiero che porta al Lago di Celentino e poi alla malga stessa.
Tempo di percorrenza a piedi, partendo da Malga Campo (Celentino): 1 ½ ore
Tempo di percorrenza a piedi, partendo dal parcheggio di Malga Stabli (Ortisè): 2 ½ ore
Ph.: Ambrogio Pretti
Ph.: Ambrogio Pretti
Ph.: Giuseppe Casanova