Un maso del 1700 – Maso Meoti – a 1.720 metri di quota, ospita dal 2011 questo Museo storico di proprietà dell’ASUC di Celledizzo.
Il sito si trova in località Frataverta, sopra l’abitato di Celledizzo, al confine col pascolo di Malga Borche, in un luogo di alto pregio naturalistico. L’antico maso è stato ripristinato nei particolari per rivivere l’ambiente contadino attraverso l’esposizione di strumenti e testimonianze relative alla vita nei masi in questo territorio montano, nel periodo 1750-1950. Duecento anni di storie, memorie e narrazioni, documentate nei numerosi pannelli esposti che raccontano di una vita molto dura, a stretto contatto con la natura, scandita da ritmi e ritualità quotidiane, come il lavoro nei campi, nei boschi (la raccolta della legna), nei prati (la raccolta e trasporto del fieno del periodo estivo), i mestieri nella stalla (la cura del bestiame), la lavorazione del latte e la vita nel báit, ossia nel locale vicino al maso, in cui viveva il contadino, dove si raccoglieva tutta la famiglia nei pochi momenti di riposo.
Nei masi di montagna ad ogni stagione c’era il suo lavoro e visitare questo sito stimola a riflettere su un “mondo antico” caratterizzato da valori di solidarietà, cooperazione e rispetto per l’ambiente. In un “vicino” passato, infatti, per necessità tutto era autoprodotto, non si acquistava nulla, era molto in uso il baratto, lo scambio di favori in base alle diverse necessità e, in generale, l’aiuto reciproco; gli animali erano un sostentamento della famiglia e venivano trattati come dei figli.
In primavera nel maso trovava riparo il bestiame che il contadino portava al pascolo, mentre nella stagione estiva (dalla metà di giugno alla metà di settembre) gli animali venivano portati in alta montagna in alpeggio in malga e il maso veniva utilizzato per la fienagione. I prati venivano regolarmente curati e falciati anche se erano situati in zone scomode e poco accessibili – ora queste radure sono diventate bosco – perché erano indispensabili per l’alimentazione del bestiame nella stagione invernale.
Il Museo valorizza le radici contadine della Valle, per non dimenticare un mondo che fu, è testimone di una vita che è, da sempre, esempio di umiltà e buon costume, con la speranza che le nuove generazioni comprendano quanto il maso sia una parte del cuore di ogni abitante di questo Territorio.
APERTURE
Il Museo del Contadino di Montagna viene aperto su prenotazione con visita guidata.
Per maggiori informazioni telefonare ai referenti: Tiziano: 339.1609789 e Matteo: 335.7704744.
Il sito si può raggiungere a piedi, con la possibilità di scegliere un percorso lieve, seguendo la strada forestale principale,
oppure un percorso di media difficoltà dalla Chiesa di Celledizzo, seguendo una mulattiera originale (sentiero CAI-SAT n˚109).
Per andare in auto è obbligatorio il permesso di transito e si arriva prendendo la strada forestale che parte dalla Chiesa di Celledizzo.
Ph.: Archivio Ecomuseo
Ph.: Archivio Ecomuseo
Ph.: Archivio Ecomuseo