Il panoramico giro – un vero paradiso per gli amanti del trekking e della natura – si sviluppa in un territorio caratterizzato da una valenza ambientale e paesaggistica unica nel suo genere nell’arco Alpino. È compreso all’interno di due aree protette – il Parco Nazionale dello Stelvio e il Parco Naturale Adamello-Brenta – e collega le numerose malghe presenti sui versanti della Val di Sole e delle due valli laterali di Peio e Rabbi.
Il percorso – in passato denominato l’Alta Via degli Alpeggi – nasce nel 2012 per volontà delle comunità locali, come progetto di valorizzazione dell’alpeggio quale patrimonio culturale, paesaggistico ed ambientale, risultato di una sapiente gestione del territorio, dove uomo ed ambiente convivono in equilibrio tra pascoli e boschi gestiti in modo sostenibile e produzioni di altissima qualità. Permette di far conoscere dei luoghi di valore della valle – le malghe – e una pratica – l’alpeggio – nata in tempi remoti dall’esigenza di trovare pascoli alternativi ai prati di fondovalle, riservando questa produzione per l’alimentazione degli animali nella stagione invernale.
L’itinerario principale è una lunga escursione di oltre cento chilometri che attraversa l’intera Val di Sole, snodandosi in antiche strade forestali e sentieri attrezzati con segnaletica dedicata; si può percorrerlo in più tappe giornaliere e accedervi da diverse località.
Per la Val di Peio il paese di Celentino è il punto di arrivo di un suggestivo percorso dell’Antica Via delle Malghe che parte da Ortisè. Da questo piccolo borgo del Comune di Mezzana (1.477 m), paese natale del micologo di fama mondiale don Giacomo Bresadola, si imbocca la comoda strada forestale in direzione Le Pozze. Dopo circa tre chilometri si trova la deviazione per Malga Stabli (1.800 m), oggi ristorante, ma l’itinerario prosegue sulla stessa via per altri quattro chilometri, passa vicino a Malga Pozze (2.100 m) e arriva al bivio per Malga Monte (2.160 m), porta in quota dell’Ecomuseo. Una lunga salita conduce ai pascoli alpini di questa malga – recuperata e ristrutturata dall’ASUC di Celentino e diventata “Museo-Laboratorio dell’Epigrafia popolare” – dove si può ancora respirare l’atmosfera di un passato agreste.
Da qui inizia l’antica Via delle carghe da mont, un piacevole sentiero pianeggiante tra i pascoli e il limitare del bosco che è arricchito dal percorso didattico-illustrativo “Il paesaggio alpino – Passato e presente”. L’escursionista troverà diverse bacheche informative – che “raccontano” le caratteristiche ambientali del luogo, la vegetazione e la flora che lo ricopre e la fauna che lo popola – e una particolare edicola chiamata “L’albero della storia”. Da questa struttura in legno, dalla forma che ricorda un albero, si aprono come in un libro le “pagine della storia” con pannelli che illustrano la storia dell’antropizzazione di questi luoghi d’alta quota, ovvero l’adattamento dell’uomo all’ambiente avvenuto nel tempo: lo sfruttamento dei pascoli mediante la monticazione del bestiame, lo sfalcio del fieno in alta quota e tutte quelle attività regolate da ben precise consuetudini e regole che storicamente hanno visto l’uomo protagonista. La struttura è collocata al centro del percorso, in un punto panoramico di grande suggestione, con le ultime propaggini del Brenta, le cime della Presanella e quelle del Gruppo dell’Ortles-Cevedale che coronano il lago di Celentino (2.068 m), un piccolo gioiello alpino.
Lasciata la spianata del lago si prosegue verso la ristrutturata Malga Campo (1.982 m) – diventata agriturismo e sede del “Museo della malga” – dove è possibile ristorarsi, alloggiare, assistere alle fasi della caseificazione, e, soprattutto, assaporare l’esperienza autentica della vita in malga.
Inizia quindi la discesa lungo la strada carrabile che in poco meno di due chilometri porta in località S. Antonio (1.809 m), attrezzata ad area di sosta dal gruppo Ana (Associazione Nazionale Alpini) di Celentino. La strada forestale prosegue per località Plazi, dove si può vedere un grande masso coppellato chiamato Sass del Béch (“Sasso del Caprone”) e meditare sulle sue origini.
Da qui, la Via delle carghe da mont porta all’abitato di Celentino e alla fine di questa panoramica escursione, intrisa di cultura e tradizioni che fa rivivere e apprezzare attraverso il cammino, i centri vitali di un tempo delle piccole comunità della valle.
Ph.: Archivio Ecomuseo
Ph.: Archivio Ecomuseo
Ph.: Archivio Ecomuseo
L’escursione è un itinerario dell’Antica Via delle Malghe che ha come punto di partenza Ortisè e di arrivo Celentino.
Il percorso è impegnativo per la lunghezza, richiede circa 7 ore di cammino sviluppandosi in circa 19 km, ma è di facile percorrenza; presenta un dislivello di 966 metri.
Il giro panoramico collega le numerose malghe del territorio attraverso antiche strade forestali e sentieri attrezzati con segnaletica dedicata. Consente di scoprire il paesaggio come patrimonio culturale, esplorando la vita di montagna e le sue antiche tradizioni.
Ph.: Archivio Ecomuseo
Ph.: Archivio Ecomuseo