Suggestivo itinerario ad anello che collega gli abitati di Strombiano e Celentino attraverso un percorso che si snoda fra prati e boschi, recuperato per volontà dell’Associazione L.I.N.U.M. in sinergia con altri Enti ed Associazioni, permette di scoprire luoghi di devozione e località significative del sistema agricolo tradizionale. Il sentiero è attrezzato con bacheche didattiche, offre una chiave di lettura dell’uso del territorio, dove prato, bosco e maso hanno costituito per secoli gli elementi portanti dell’economia di sussistenza; apre, inoltre, una finestra sulla toponomastica, lo studio dei nomi del territorio aiuta a leggere la stratificazione del vissuto nei secoli.
Ph.: Archivio Consorzio Pejo 3000
Il punto di partenza è la piazzetta di Strombiano, dove incontriamo subito la Chiesetta di S. Antonio, Casa Grazioli e il nucleo dei tipici edifici rustici – i masi – in località Bugnidei, adibiti nel pian terreno a stalla e nel sottotetto a deposito del fieno, raccolto nei prati limitrofi. Allontanandoci dalle ultime abitazioni del paese, si arriva a Presmolini, toponimo documentato fin dal 1456.
Imboccando la vecchia mulattiera si entra in una zona comunitaria, un tempo bosco rado utilizzato in primavera ed autunno per il pascolo del bestiame. Salendo si giunge a La Plazola splendida balconata naturale, dalla quale si può ammirare un panorama mozzafiato: i gruppi montuosi dell’Adamello-Presanella, dell’Ortles-Cevedale e la cima Boai.
Il sentiero sale poi ripido, passando nei pressi del Mas dei Spade, così chiamato dal nome della famiglia proprietaria. Si attraversa quindi un passaggio fra due macigni ed un larice, quasi una porta del bosco che si apre sulla conca di Marèc, un’area umida dove troviamo un piccolo stagno che raccoglie l’acqua piovana e quella di sorgente, un tempo adibito ad abbeveratoio per i bovini al pascolo.
Proseguendo si raggiunge la strada forestale che rasenta i prati di Stavél a valle ed il bosco di Fontanè a monte, dove sono ancora ben visibili i muretti a secco che venivano costruiti per delimitare il confine tra prati e bosco. Questa strada conduce alla località chiamata i Plazi, a 1.370 m. slm; un’area che divide le praterie dal bosco e dove l’occhio attento dell’escursionista può scorgere le diverse coppelle incise sul Sas del Béch (masso erratico coppellato).
Da qui si scende verso Celentino lungo la vecchia via delle carghe da mónt, utilizzata in passato per far giungere in paese il fieno, la legna e i prodotti di malga. Nel paese si incontrano case con nicchie ed affreschi sacri, la Chiesa Parrocchiale, il capitello votivo della Grande Guerra, il vecchio Molìn dei Fèrle e la Casa dell’Ecomuseo, dove è d’obbligo una sosta per approfondire la conoscenza del nostro Ecomuseo. In un appezzamento vicino a questa, si può vedere un campo di lino e grano. Coltivato con finalità didattico-dimostrative è anche uno spunto per riflettere su come il paesaggio di fondovalle abbia subito una radicale trasformazione negli ultimi cento anni: in passato era interamente coltivato, i prati erano regolarmente falciati per il foraggio necessario agli animali che ogni famiglia aveva e il bosco era lontano dai centri abitati.
Lungo la strada sterrata che conduce a Strombiano e porta al punto di partenza del percorso, l’Azienda Officinalis Mal…và permette di rivedere molte delle piante incontrate lungo il percorso etnografico e di approfondire la relazione tra natura e cultura, facendo conoscere le piante officinali autoctone.
Ph.: Lorenzo Podetti
Ph.: Lorenzo Podetti
Il “Sentiero Etnografico LINUM” è un itinerario ad anello percorribile in 2 ore, è lungo 3 km con un dislivello di 200 metri.
È dotato di stazioni opportunamente attrezzate con pannelli didascalici.
L’itinerario permette di conoscere alcune particolarità dell’Ecomuseo e il suo passato.
Ph.: Lorenzo Podetti
Ph.: Lorenzo Podetti